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BEAT PAINTING. tra istintività e progetto

Sculture e bassorilievi in legno, graffiti e pittura su legno come gli antichi, proseguendo nella magistrale ricerca di Burri. Ritmi forti o in sordina ma sempre presenti. Tavole da toccare, forti, musicali, scandite da numeri e metriche taglienti, concepite per essere amate e per durare.

Beat Painting nasce su “piani fondativi” (le Grundfläsche di Kandinskij e Arnheim) preparati, affinati da tecniche ad hoc e partiti precisi. Per opere che, in una ricerca di forma, aspirano a durare a lungo e in primo luogo si prefiggono un rapporto esplicito e intuitivo con il pubblico; sia per il loro soggetto espresso chiaramente, sia per materialità curata con affetto. Ma in primo luogo perché costruite, sin dalla prima battuta, in una logica musicale con gli effetti attrattivi ed empatici del ritmo.

Ogni opera con una sua storia, incisa per la permanenza e ben dichiarata, raccontata dal titolo e da una frase. Poco spazio al mito, spesso mistificante dell’“opera aperta”, all’ermetismo che ha afflitto il Moderno.


Tra tradizione nell’impianto e laboriosità del continuo avvicendarsi di texture e colori, impostata la pagina della composizione - il “piano fondamentale” - nel recinto dell’arena, entra in campo l’idea, il soggetto del quadro. Comincia il cimento. Come racconta Klee nei suoi Diari, inizia a prendere forma e corpo il monstrum, la chimera a più teste dell’opera nascente. Un asse di equilibrio, una macchina nervosa e irritabile, bestia selvatica dal volto cangiante. Il soggetto emerge tra intenzioni, mezze risposte, esito, attraverso le scelte della materia e degli strumenti, della sostanza espressiva, dove comunque proporzioni e ritmo comandano.


L’intuizione si consolida e si fa racconto, trovando i segni, le tonalità, le accentuazioni o le sospensioni delle battute; in un incastro, un mosaico ragionato che parla. A seconda, appunto, di quanto ha preso sostanza e parola e si è infine lentamente andato configurando e conformando come opera armonica ed equilibrata, portata a statuto di messaggio. Si esce dalla metafora; chi vede, come chi ascolta, percepisce senso e raggiunto equilibrio.


Spesso la struttura armonica appare in risalto e prevarica i segni figurativi e la materia; oppure, al contrario, sono la matericità estrema e il vivo cromatismo dei segni che indeboliscono o quasi azzerano la struttura e il ritmo: il canto emerge nudo, le battute si attenuano, l’accompagnamento rimane sottofondo.

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